07/11/2009
FACEBOOK E L'EFFETTO FABRIS
Domé mi ha tessuto le lodi di Facebook e quindi ogni tanto vado a dare uno sguardo.
Non avevo capito come funziona fino a quando non mi è stato chiaro che per andare oltre una serie di foto dovevo essere amico.
Un po' come da bambini: tu sei amichetto, io non ti faccio più amico e così via.
A volte ci sono sorprese fantastiche, tipo il fatto che mi sono messo a cercare gli sfigati con cui ho fatto la vacanza studio in germania decenni fa (http://stefanopz.splinder.com/post/2484581#2484581 e un paio di post precedenti) e ho trovato che Aldo Peronaci e Carla Benoldi sono amici su facebook.
Di loro due mi ricordavo solo io e loro due.
Quello che non mi piace di facebook, da vecchio blogger qual io sono è proprio il fatto che sia un libro di facce e non ci sia quel piccolo brivido di anonimato dietro cui (agli inizi...) tutti i blogger si sono nascosti.
Ma l'altra cosa brutta di Facebook è l'"effetto Fabris".
Chi è Fabris, direte voi.
E' lui.
Fabio_Traversa
E' quello che alla riunione dei Compagni di scuola di verdone viene vessato perché invecchiato e irriconoscibile.
Così giri per le pagine dei compagni di scuola, di università o dei primi anni di lavoro a Napoli o a Roma o delle vacanze studio o delle meteore delle nostre vite e vedi facce invecchiate, calvizie, capelli bianchi, visi dilatati.
Poi vai allo specchio e ti viene lo sconforto.
Fabris c'est moi.
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