mercoledì 25 gennaio 2012

TORINO

Sono andato al congresso nazionale. A Torino. Sì lo so, sono tornato venerdì mattina e ne scrivo solo adesso, ma ho avuto da fare, persino da lavorare.

A gennaio dissero in commissione che ci saremmo riuniti a Torino, in occasione del congresso.
Io mi munisco di ingresso al congresso (360 Euro), biglietto dell'alta velocità all'andata (106 Euro) e cabina singola per il ritorno notturno (148 Euro) per fare la mia porca figura in commissione.

Dopo un'ottima pizza pane san daniele e mozzarella di bufala, mangiata in autostrada, che in confronto l'ambrosia è Ciappi scaduto, mi appropinquavo al parcheggio multipiano dell'anagnina, dove per 3 Euro e 50 ho tenuto la mia Rav, in confronto ai 100 Euro che mi sarebbe costato il parcheggio in garage a Roma (tutte ste cose sui prezzi è per dire che sta trasferta m'è costata l'occhio della testa di Polifemo, se ne avesse ancora uno a disposizione).

Cerco quindi di imbarcarmi sulla metro, ma non prendo mezzi pubblici a Roma dai tempi dell'università quando un Big veniva timbrato per circa 70 volte prima di acquistare il successivo.
Cerco quindi di avvicinarmi alla macchinetta per il biglietto, cerco di inserire la banconota da 5 Euro nell'apposito pertugio, ma essendo l'inserimento di qualsiasi attrezzo in qualsivoglia pertugio una pratica a me poco usa, passo circa mezz'ora a cercare di riuscire nell'intento.
Nel frattempo gli altri utenti continuano a stampare biglietti in quantità industriale; alla fine vedo una ragazza che ha solo pezzi da 10, che la macchinetta provvede a schifare, e mi offro di offrirle il viaggio, pur
di far tentare a qualcun altro l'acquisto del biglietto.

Alla fine la soluzione era banale: bisognava PRIMA selezionare il tipo di biglietto e DOPO inserire le banconote.
Vabbè, il viaggio per Torino è tranquillo; il pezzo tra Bologna e Milano è fantastico, con il treno che va a velocità doppia delle auto sulla corsi di sorpasso dell'autostrada.

Arrivo a Torino, vedo perdere Inter e Roma e zzz.

La mattina dopo devo andare al congresso. Dal balcone del mio albergo ho una vista stupenda sul colle al di là del Po dove ci sono le ville dei ricchi; a sinistra la Mole Antonelliana è coperta dal palo al centro dell'incrocio; in fondo, bellissime e pericolose, per noi gente d'Appennino, le Alpi stracariche di neve.

Devo andare alle 11 al Lingotto e così approfitto per girare per Torino. Vado in centro in taxi e come sempre ripenso alla famosa battuta di non so chi: "Conosco un sacco di persone che conoscono perfettamente il modo per far girare bene il mondo: peccato che fanno tutti i barbieri o i tassisti".

Beh:
Tragitto Stazione - Albergo: tassista con Dacia della Logan, la macchina hard discount; interloquisce con la centrale perché fuori dalla stazione ad attendere il taxi c'è una folla da stadio.
Tragitto Albergo - Centro: un fine urbanista; Torino è un castro romano ed è additata ad esempio in tutto il mondo; la rovina di Torino sono gli Agnelli, perché per mantenere la Fiat a Torino da Torino sono scappate la Sip e la Rai
Tragitto Centro - Albergo: speedy gonzales: fa alcune inversioni a Z o a R, perché quelle a U gli sembrano banali; Torino è tutto un buco e le corsi preferenziali non esistono
Tragitto Albergo - Stazione: meridionale che suda per sembrare torinese; cerca di dire neh alla fine della frase, ma gli si attaglia più minchia. Il comune fa schifo; i segnali non si vedono; i politici fanno sempre quello che vogliono e noi dobbiamo pagare le tasse

Io parlo a monosillabi, tranne col fine urbanista, che è un ottimo intrattenitore e azzecca tutti i congiuntivi.

Torino è bellissima, soprattutto col sole, a prima mattina e nell'isola pedonale.
Dopo aver comprato tre quintali di giandujotti posso tornare in albergo e poi farmi il chilometrino a piedi fino al Lingotto.
Lì trovo il presidente del mio ordine, a cui va riconoscenza eterna per la storia della commissione.
Mi dice che la sera prima c'è stata la cena con la Litizzetto.
Per sparare 40 minuti di volgarità più o meno già viste, the president mi assicura che si è sbafata 140000 Euro e un paio di piatti di bresaola e tomini del catering.

Entro dentro il Lingotto e cerco di capire cosa devo fare. Vago per gli stand e ognuno mi fa un omaggio di pubblicità svariate; mi regalano una borsa, una cravatta con scritto Marinella (ma si tratta di una sarta di Pinerolo e non della nota casa napoletana), una t-shirt con scritto "Protagonisti del cambiamento" e una scatola di gelée del Fisco (e perciò deducibili).
Per il resto, come già rilevato per i calciatori la mattina della partita, nella mia altra trasferta torinese (http://stefanopz.splinder.com/post/9728532#9728532), ora so cosa fanno i congressisti ad un congresso:
un'emerita ceppa.
(to be continued)

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